Che cos’è il latino?

Nicola Gardini, in Viva il latino. Storia e bellezza di una lingua inutile, Garzanti, 2016

Il latino è la lingua dell’antica città di Roma e della civiltà che vi si è originata e di lì si è espansa nel corso di numerosi secoli su un territorio assai ampio, il cosiddetto impero, diventando mezzo di espressione e comunicazione per una gran parte dell’umanità, in forma scritta e orale, e fornendo ancora nell’età moderna, pur molto tempo dopo che il latino parlato ha dato luogo a idiomi distinti (le cosiddette lingue romanze), un mezzo espressivo a poeti, letterati e studiosi di varie discipline.
Il latino è la lingua delle istituzioni giuridiche, dell’architettura e dell’ingegneria, dell’esercito, della scienza, della filosofia, del culto e – quel che qui più interessa – di una florida letteratura, che è servita da modello a tutta la letteratura occidentale dei secoli successivi. Non c’è campo della creatività linguistica e del sapere che in latino non si esprima in modi eccellenti e modellizzanti: la poesia (epica, elegia, epigramma ecc.), l’oratoria, la commedia, la tragedia, la satira, la lettera confidenziale e quella ufficiale, il romanzo, la storia, il dialogo, e poi la filosofia morale, la fisica, la giurisprudenza, la dottrina culinaria, la teoria dell’arte, l’astronomia, l’agricoltura, la meteorologia, la grammatica, le scienze antiquarie, la medicina, la tecnica, la misurazione, la religione.
Il latino letterario, in centinaia di capolavori, parla d’amore e di guerre, ragiona sul corpo e sull’anima, teorizza il senso della vita e i compiti dell’individuo e il destino dell’anima e la struttura della materia, canta la bellezza della natura, l’importanza dell’amicizia, il dolore per la perdita delle cose care; e critica la corruzione, medita sulla morte, sull’arbitrarietà del potere, sulla violenza e sulla crudeltà; e costruisce immagini di interiorità, confeziona emozioni, formula idee sul mondo e sul vivere civile. Il latino è la lingua del rapporto tra l’uno e il tutto; del confronto complesso tra libertà e costrizione, tra privato e pubblico, tra vita contemplativa e vita attiva, tra provincia e capitale, tra campagna e città… Ed è la lingua della responsabilità e del dovere personale; la lingua della forza interiore; la lingua della proprietà e della volontà; la lingua della soggettività che si interroga di fronte al sopruso; la lingua della memoria. L’intenzione parla latino; la protesta parla latino; la confessione parla latino; l’appartenenza parla latino; l’esilio parla latino; il ricordo parla latino.
Il latino è il più vistoso monumento alla civiltà della parola umana e alla fede nelle possibilità del linguaggio. […] è portato per qualunque forma di espressione verbale: la causa giuridica, il racconto storico, i versi, la lettera. E non gli manca niente: è scorrevole e sublime, leggero e grave, dolce e aspro, secondo la convenienza. […]
Dire latino significa prima di tutto dire un impegno totale a organizzare il pensiero in discorsi equilibrati e profondi, a selezionare i significati nella maniera più pertinente possibile, a coordinare i vocaboli in assetti armonici, a esprimere verbalmente anche gli stati più fuggevoli dell’interiorità, a credere nell’espressione e nella dimostrazione, a registrare il contingente e il transeunte in un linguaggio che duri oltre le circostanze.

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Il sito latinorum.tk è nato per accompagnare le mie lezioni dedicate alla cultura latina, per proporre divagazioni "extra ordinem" sulla classicità e per condividere in rete percorsi e materiali. Si tratta di un lavoro in fieri, che si arricchirà nel tempo di pagine e approfondimenti. Grazie anticipatamente a chi volesse proporre commenti, consigli, contributi: "ita res accendent lumina rebus…" Insegno Italiano & Latino al Liceo Scientifico ”G. Galilei” di San Donà di Piave, in provincia di Venezia. Curo anche il blog illuminationschool.wordpress.com e un sito dedicato a Dante e alla Divina Commedia, www.dantealighieri.tk.
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