Derek Walcott, “Italian Eclogues”

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Derek Walcott, Italian eclogues (for Joseph Brodsky), 1996

On the bright road to Rome, beyond Mantua, there were reeds
of rice, and I heard, in the wind’s elation, the brown dogs
of Latin panting alongside the car,
their shadows sliding on the verge in smooth translation,
past fields fenced by poplars, stone farms in character,
nouns from a schoolboy’s text, Virgilian, Horatian,
phrases from Ovid passing in a green blur,
heading towards perspectives of noiseless busts,
open-mouthed ruins, and roofless corridors
of Caesars whose second mantle is now dust’s,
and this voice that rustles out of the reeds is yours.
To every line there is a time and a season.
You refreshed forms and stanzas; these cropped fields are
your stubble grating my cheeks with departure,
grey irises, your corn-wisps of hair blowing away
say you haven’t vanished, you’re still in Italy.
Yeah. Very still. God. Still as the turning fields
of Lombardy, still as the white wastes of that prison
like pages erased by a regime. Though his landscape heals
the exile you shared with Naso, poetry is still treason
because it is truth. Your poplars spin in the sun.

Ecloga italiana (a Joseph Brodsky)

Nella luce viva della strada che va a Roma, dopo Mantova,
ecco gli steli del riso, e nell’ebbrezza del vento
io sento il latino in affanno che tiene dietro all’auto
in corsa come un cane scuro, un’ombra di velluto che scivola
sul ciglio in traduzione, e oltre il limite dei pioppi, nei campi,
le cascine di mattoni, com’è nell’uso, e quei nomi che sanno
di libro di scuola, Orazio e Virgilio, o anche un frammento
di Ovidio che si perde nel verde lungo il percorso,
verso prospettive di busti camusi,
privi di naso, e quelle rovine
a bocca aperta, i corridoi senza un tetto e i Cesari di marmo
ormai ricoperti dalla polvere come un secondo mantello,
e tra questi steli la voce che fruscia è la tua, Joseph.
C’è un tempo per ogni verso e c’è una stagione. Tu hai dato
fiato alle forme e vigore alle strofe; nei campi a coltivo
le tue stoppie sono ruvide sulle mie guance come un commiato,
iridi grigie, e i pennacchi del grano sono capelli nel soffio
del vento. Dimmi che non sei svanito. Dio. Che è qui la tua pace.
Sì, che in Italia ancora ci sei. In questa pace dei campi
di Lombardia che girano come raggi e via da quella prigione
che tace laggiù nelle bianche distese simili a pagine
cadute nelle mani di un regime che cancella. È nel paesaggio
che cerca salvezza chi muore in esilio e tu, come Ovidio,
lo sai che dentro la poesia si trova una verità che da sola
è tradimento. I tuoi pioppi, ritti come fusi, filano nel sole.

Traduzione di Luigi Sampietro

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Il sito latinorum.tk è nato per accompagnare le mie lezioni dedicate alla cultura latina, per proporre divagazioni "extra ordinem" sulla classicità e per condividere in rete percorsi e materiali. Si tratta di un lavoro in fieri, che si arricchirà nel tempo di pagine e approfondimenti. Grazie anticipatamente a chi volesse proporre commenti, consigli, contributi: "ita res accendent lumina rebus…" Insegno Italiano & Latino al Liceo Scientifico ”G. Galilei” di San Donà di Piave, in provincia di Venezia. Curo anche il blog illuminationschool.wordpress.com e un sito dedicato a Dante e alla Divina Commedia, www.dantealighieri.tk.
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